venerdì 6 settembre 2013

Ora Damasco, poi tocca a Mosca

Il Papa si rivolge a Putin affinché il leader russo fermi la follia criminale di Obama e l'attacco alla Siria, con il rischio di una guerra planetaria. E cosa fa La Stampa, organo ormai ufficiale della lobby Usa? Pubblica un'intera pagina con critiche alla politica interna di Mosca, con accuse alla leadership di Putin. Che coincidenza. D'accordo, il padrone di quella che viene amabilmente definita "La Busiarda" (ossia La Bugiarda), non vede l'ora di trasferire tutto da Torino a Detroit. D'accordo, l'italianità della proprietà de La Stampa è sempre stata un optional per chi si considerava cittadino del mondo e rispondeva solo alla speculazione internazionale. Però un briciolo di decenza non guasterebbe. In fondo, secondo il Papa e non solo secondo lui, in ballo ci sono i destini del mondo, di migliaia se non di milioni di persone. Forse, in questi casi, si potrebbe evitare il ruolo di servi sciocchi e si potrebbe provare a ragionare sulla base di un bene comune. Ma a La Stampa tutto questo non interessa. Guerra deve essere e guerra sia. Come ha ricordato Giulietto Chiesa, in Italia prosperano i giornalisti guerrafondai (a senso unico, ovviamente). Quelli che han fatto carriera, a partire dalla Rai, sulle disgrazie delle migliaia di morti provocati dai massacri americani. Le guerre democratiche, secondo i becchini dell'informazione di comodo. Le guerre giuste, secondo questi macellai strapagati. E allora bisogna demolire Putin perché in Russia hanno ancora la pretesa di fare le leggi sulla base delle proprie tradizioni e dei propri interessi. Vietato, vietatissimo. In Russia non c'è nessuna legge contro i gay ma una legge contro la propaganda dell'omosessualità nei confronti dei minori? Boicottiamo le Olimpiadi e, se non basta, bombardiamo Mosca. In Russia non impongono ai bambini menu politicamente corretti? Sterminiamo i russi e sostituiamoli con mangiatori di cavallette e vermi vari. In Russia non pensano che Jovanotti sia il più grande pensatore contemporaneo? Tagliamo le orecchie a tutti i russi. Certo, Putin ci mette del suo, quando non vuole imparare a comunicare al di fuori dei confini della Madre Patria. Quando continua ad ignorare il soft power, quando non capisce come debbano essere utilizzati, mediaticamente, i grandi eventi come le Olimpiadi, i mondiali, il G20. Tutto vero, ma sono errori veniali. Quelli mortali, i peccati mortali come li definirebbe il Papa, sono i missili che Obama e le petit sot Hollande, si apprestano a lanciare per massacrare i siriani. Colpevoli di voler essere padroni a casa propria. Come i russi, prossimo obiettivo della lobby dei liberatori.

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