lunedì 23 settembre 2013

Ora e sempre resilienza! La guerra del pane e salame

Ora e sempre resilienza. Contro la depressione provocata dai governi Alfetta di turno, contro le bestialità continue di ministri 1-2-x, contro i Saccomanni tassosi, contro le bandeBefera, contro tutto lo schifo che ci circonda: resilienza! Lo spiega "Il mosaico del buon senso", l'ultimo libro dell'antropologo della mente Alessandro Bertirotti. E che sarà mai la resilienza? La capacità di opporsi alle pressioni dell'ambiente accompagnata da una spinta positiva e dalla possibilità di uscire da una situazione paralizzante. Non è il solito termine mutuato dai padroni anglosassoni, ma una parola di derivazione latina. Dunque non piacerà al ministro 1-2-x che troverà termine e significato discriminatori, razzisti e quant'altro. Ma è invece un punto fondamentale da cui ripartire. Resistere e ricominciare, in modo diverso. Opporsi e ripartire. Non soltanto nelle squallide vicende dei mortiferi partiti politici, ma anche e soprattutto nelle piccole e grandi cose di tutti i giorni. Ci sono segnali, ovunque. A volte possono sembrare ridicoli, quasi patetici. Ma non è così. Lo sciopero del panino, annunciato in alcune scuole torinesi, è un esempio che può far scuola. Il Comune, tanto per far cassa anche in questo caso, ha innalzato il costo della mensa scolastica. E in una città sempre più in crisi grazie alla totale incapacità della classe dirigente, politica e non solo, gli aumenti sono insostenibili per molte famiglie italiane, quelle non protette dal sistema politicamente corretto che aiuta solo gli stranieri. Senza dimenticare che non tutti gradiscono i menu imposti da scelte che, anche sotto questo aspetto, sono politicamente corrette. Così alcune famiglie, sempre più numersoe, hanno deciso di ritirare i figli dalla mensa. Mangeranno un panino, magari con il salame (scandalo! se lo scopre il ministro della di integrazione). Ma i politicamente corretti sono insorti: i bambini non si possono ritirare, se non per motivi sanitari. Perché? Perché la mensa fa parte dell'istruzione, come una normale materia curricolare. Boom! Allora prevediamo anche il voto di mensa? E poi, se fa parte dell'istruzione e l'istruzione, elementare e media, è gratuita, perché di deve pagare con tanto di aumenti per far cassa? Forse, più semplicemente, i Comuni affidano la gestione ai soliti amici, che devono essere tutelati e garantiti. E se le famiglie ritirano i figli, gli amici incassano di meno. Intollerabile, per questo sistema osceno. Dunque non si può. O si trovano medici compiacenti, pronti a certificare inesistenti intolleranze, oppure i bambini sono obbligati a mangiare e pagare. Oppure? Resilienza. Non mangiano in mensa e si gustano panini politicamente scorretti. Con cibi delle tradizioni famigliari, fregandosene dei vegani e della suscettibilità di chi vuole imporre agli altri i suoi usi e costumi. Una battaglia sacrosanta, da sostenere. Facendo in modo che sia solo la prima.

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