giovedì 12 settembre 2013

I teppisti torinesi diventano terroristi se vanno in Val Susa

Ritorna il terrorismo? Su giornali e tv la risposta è sicura: in Val Susa i No Tav hanno dato vita ad una rinnovata forma di terrorismo. Le armi: razzi (quelli dei fuochi artificiali), pietre, un paio di molotov (in realtà bottiglie di benzina per accendere fuochi), bastoni e cesoie per aprire le reti del cantiere per l'alta velocità. E' terrorismo, questo? No, è banale teppismo messo in atto da un branco di deficienti sempre protetti dalla magistratura. Non a caso buona parte di queste poche decine di teppisti proviene da quei centri sociali torinesi che sono sempre stati lasciati liberi di fare ciò che vogliono in città. Aggressioni, devastazioni, occupazioni. E tutti a far finta di niente. Centri che organizzano spettacoli di rumori spacciati per musica. A pagamento, ovvio. Ma senza che la Siae metta becco, senza che ci sia un pagamento di Iva o di qualsiasi imposta locale. Ma forse il sindaco di Torino, il compagno Fassino, è troppo impegnato a massacrar di tasse tutti i torinesi onesti per potersi occupare di abusivi, occupanti, teppisti e devastatori. E quando proprio i magistrati non possono fare a meno di incarcerare qualcuno di questi bravi ragazzi, la detenzione dura il tempo di un concerto senza permessi. Poi tutti a casa, liberi di ricominciare a far casino, ad aggredire avversari politici, a devastare la città, ad occupare edifici pubblici e privati. Ma quando questi eroi della borghesia sinistrata emigrano e si spostano di poche decine di km, le stesse azioni diventano atti di terrorismo. Curioso. Ed allora i grandi commentatori dei media, locali e nazionali, sbraitano sul pericolo che si alzi il tiro (dei fuochi artificiali?), paventano attacchi alla democrazia, rimembrano stagioni di lotta, recuperano vecchi slogan: né con lo Stato né con le Br. Ma per piacere!! Un briciolo di decenza nelle analisi non farebbe male. Non esiste il partito armato dei No Tav. L'eurodeputato Vattimo, il filosofo del pensiero debole, non ha né il carisma né la capacità di un Toni Negri. Ed i piccoli deficienti che aggrediscono una giornalista non avrebbero osato portare un caffé a Renato Curcio. Allora bisogna capire a chi giova trasformare i teppisti in trasferta in pericolosi terroristi o aspiranti tali. A chi giova chiudere gli occhi sulla precisa provenienza di questi eroi dell'aggressione di gruppo contro i singoli. Perché, invece di lanciare allarmi in Val Susa, non si obbligano i cialtroni a rispettare le regole nei loro centri torinesi di provenienza? E' a queste domande che dovrebbero rispondere i magistrati ed i politici. Ed è a queste domande che, ovviamente, non risponderanno.

Nessun commento:

Posta un commento