venerdì 20 settembre 2013

La dis integrazione dell'Italia passa da genitore 1-2-X

Genitore (1-2-X) che sei nei cieli, sia santificato il tuo numero. Santa Maria, genitore (1-2-X) di Dio, prega per noi peccatori. Salve presidentessa (regina non si usa più), genitore (1-2-X) di misericordia.. Al tempo dell’afroministro numero (1-2-X), anche le preghiere in italiano dovranno essere corrette, per diventare finalmente politicamente corrette. E se ora è solo una battuta, in futuro diventerà realtà. La guerra delle parole è fondamentale, anche se è difficile da far capire agli assessori alla Cultura di un centrodestra in spasmodica ricerca di legittimazioni. Quando non si tratta di banale ignoranza. Qualcuno, solo pochi anni or sono, avrebbe potuto immaginare una legge demenziale come quella sull’omofobia? Il problema non è vietare agli altri di avere i gusti sessuali che vogliono, ma è impedire di ridere, scherzare, giocare. Un tempo, quando si era bambini, per ironizzare su qualcuno particolarmente taccagno, lo si definiva come religioso di una ben precisa confessione. Ora si rischia la condanna all’ergastolo. Si può prendere in giro uno scozzese, un genovese, un biellese. E basta. D’ora in poi si potrà fare dell’ironia sull’altezza di Brunetta, sulle prestazioni sessuali di Berlu, ma guai a scherzare sulle preferenze di Crocetta o Vendola. Non sono sciocchezze, dalle parole si passa ai comportamenti, ai pensieri. Un regime carcerario non tollera parole fuori posto. Vanno bene gli errori in tv, dove giornalisti ignoranti confondono “te” con “tu”, non sanno pronunciare parole semplici come codardia (e dire che dovrebbero essere esperti del termine), non conoscono città e paesi italiani. Ma guai a giocare con le parole tabù. Così i compagni di un tempo, diventati servi di Wall Street, si indignano per la difesa di Berlu da parte di Putin in nome di una normalità che diventa intollerabile. Cos'è questa moralità di stampo sovietico? Dove non si impedisce alle donne di avere rapporti con gli uomini? Indecente, superata. Quella moralità imbarazzante che impediva a Peppone di tradire la moglie con la compagna mandata dalla città. Quella moralità che obbligava Togliatti a tenere nascosta Nilde Iotti. La stessa moralità che impediva i furti, che si traduceva nel controllo sociale in ogni piccola realtà. Ma la moralità si scontra con le nuove esigenze. Bisogna dis integrare il tessuto sociale. A questo serve l'afroministro numero: a distruggere ogni identità, a cancellare ogni morale, a rendere l'Italia un Paese intercambiabile. "Voglio un Paese noioso", affermava il pessimo grigiocrate Monti. E il ministro numero prosegue l'opera, passando dalla noia alla dis integrazione di ogni tradizione, di ogni differenza, di ogni peculiarità (poi spieghiamo il significato agli assessori alla Cultura del centrodestra), di ogni tipicità. Basta con il cibo locale, cavallette per tutti. Manioca, tapioca, scarafaggi sono il futuro. Polenta, spaghetti, caciucco e salame sono il passato. Una bella legge contro l'uso della carne di maiale sarà il prossimo passo. E gloria al genitore (1-2-X), al figlio e allo spirito santo.

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