giovedì 5 settembre 2013

L'Anpi celebra ancora le vittime dei partigiani: come mistificare la storia

D'accordo: la storia la scrivono i vincitori con il sangue dei vinti. Ma un po' di decenza, mai? L'Anpi celebrerà ad Amay (St.Vincent) i caduti partigiani. E fin qui, potrebbe essere la solita retorica. Un po' datata, ma fa lo stesso. Peccato che il recente e pessimo libro Partigia, di Sergio Luzzatto, abbia messo in luce che, ad Amay, due giovani partigiani siano stati assassinati dalla banda di partigiani di cui faceva parte Primo Levi. E allora, che cosa vuol celebrare l'Anpi? Le vittime o gli assassini? O, tanto per proseguire nella mistificazione storica, si cercherà di ignorare chi ha sparato e si attribuiranno le colpe ad inesistenti soldati tedeschi o repubblicani? Se la cantano e se la suonano, insomma. Come sempre. E non importa se sia dalla parte loro che arriva un tentativo di far chiarezza. Loro la storia la ignorano. Preferiscono creare false informazioni, spacciandole per vere. D'altronde se i loro storici son precisi come Luzzatto (docente universitario), i giovani studenti non son proprio ben messi. Uno storico che confonde una vetta di una valle (il Testa Grigia di Ayas, con tanto di indicazione nella cartina inserita nel libro), con un colle di una valle diversa, forse dovrebbe far altro nella vita. O, perlomeno, andare sui posti a verificare. Perché, verificando, avrebbe scoperto l'assurdità di certi percorsi da lui indicati come ideali per la fuga in Svizzera; avrebbe capito che se una valle, in Italia, non piazza neppure una targa per ricordare la presenza dei "liberatori" (non si sa da chi, visto che non c'erano tedeschi o repubblicani), forse una ragione ci sarà; avrebbe capito un mondo che lui, evidentemente, ignora completamente. Questi sono gli storici italiani, questa è la storia che viene insegnata nelle Università italiane. Eppure non basta ancora. Perché laddove non arrivano gli storici, provvede l'Anpi. Celebrando le vittime dei partigiani come se fossero vittime dei tedeschi. Un po' come gli Usa in Siria. Ma i "liberatori" son sempre dalla stessa parte.

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